sabato 26 settembre 2009

Assenteismo

Proviamo ad inserirci nella polemica tra l'Espresso e Brunetta, circa la reale portata dell' "Effetto Brunetta" sulla riduzione delle assenze per malattia nella Pubblica Amministrazione, polemica che ha coinvolto anche alcuni economisti de LaVoce.it e di NoisefromAmerika.

Partiamo dalle due critiche avanzate da Giulio Zanella ai risultati del monitoraggio del Ministero.
Secondo Zanella:

1) I dati rivelano che l'assenteismo ha cominciato a calare dal 2004. Un eventuale calo dal Maggio 2008 non potrà essere applicato totalmente all'effetto annuncio del ministro, senza prima separare statisticamene l'impatto dovuto alla continuazione del trend.

2) Il campione usato dal ministro per documentare il calo dell'assenteismo da Maggio 2008 non è un campione casuale. Il ministro ha chiesto agli enti pubblici di riportare volontariamente i dati sull'assenteismo. Le sue valutazioni si basano sulle risposte pervenute. In gergo, il campione è "autoselezionato", e come tale, non è valido per fare alcuna inferenza statistica. Inoltre, è plausibile ipotizzare che siano state proprio le amministrazioni più efficienti a rispondere al ministro; se fosse così, si avrebbe comunque (anche dopo aver aggiustato per il trend) una sovrastima dell'"effetto Brunetta".

Analisi del trend

In un articolo del dicembre 2008, Zanella utilizza un grafico che mostra questo "calo" già a partire dal 2004.
Zanella utilizza i dati della Ragioneria Generale dello Stato e aggregando assenze per malattia e altre assenze non retribuite, ed escludendo i comparti Scuola/difesa.

Purtroppo cercando di utilizzare gli stessi dati di Zanella ottengo risultati leggermente diversi (anche se l'andamento è simile a quello mostrato), per cui decido di affidarmi ad altri dati.
Utilizziamo gli stessi dati della RGS, ma relativi solo alle assenze per malattie (visto che il raffronto si deve fare con le rilevazioni mensili del ministero che "misurano" principalmente le assenze per malattie, e solo in seconda battuta le altre assenze).

Ecco il grafico:









Anche in questo caso si nota un calo dei giorni di malattia a partire dal 2004 (con un recupero nel 2007).
Quindi ha ragione Zanella: le assenze per malattia erano già calate nel triennio 2004-2006, ma...occorre comprendere a cosa sia dovuto questo calo.

Osserviamo innanzitutto un fenomeno interessante:
L'andamento delle assenze per malattia segue "abbastanza bene" l'andamento delle assenze per ferie.










Con un indice di correlazione 0,87.

Questo fenomeno potrebbe avere molte spiegazioni:
Una prima, immediata, sarebbe che.. "stare in ferie, faccia ammalare"; ma la escluderei!! ;-)
Un'altra potrebbe essere la tendenza ad "attaccare" giorni di malattia a periodi di ferie.
In qualsiasi caso, le cause di questo fenomeno vanno oltre i nostri scopi, quindi le tralasceremo.
Più importante è invece chiederci:
A quale comparto è dovuto principalmente questo fenomeno?
Va ricordato che le assenze per malattia dei comparti "Scuola" e "Sanità" (per via dell'alto numero di dipendenti interessati) coprono circa il 60% del totale;
logico quindi pensare che l'andamento delle assenze per malattia su tutta la PA "segua" quella di "Scuola+Sanità".

Se si va a verificare la correlazione delle serie ferie-malattia per i due comparti si trova una "somiglianza" fortissima per il comparto Scuola:








con un indice di correlazione di 0.93

e una somiglianza un pò più debole per il SSN (più marcata per gli ultimi anni)








N.B. qualunque sia la causa di questo fenomeno, questo non significa che Scuola e Sanità facciano, in media, più assenze per malattia degli altri comparti, ma solo che, avendo più dipendenti, "pesano" di più sul comportamento globale delle PA.

In conclusione, se per questi due comparti le assenze per malattie risultano "correlate" alle ferie, è in quest'ultime che va ricercata la spiegazione della dinamica delle assenze; e l'andamento delle ferie non può che essere dovuto a qualche "effetto calendario", per la presenza di "ponti", festività più lunghe, attività didattiche ridotte, etc.
Un'ipotesi, ovviamente, da verificare.

In qualsiasi caso, tali variazioni nelle assenze per malattie si attestavano, prima degli interventi del Ministro Brunetta, su un massimo di un 10% annuo; i dati delle verifiche mensili post-Brunetta riportano riduzioni ben più drastiche (oltre 30% di media);
in qualsiasi caso, quindi, tali riduzioni non possono di certo essere tutte imputate ad un trend precedente riferito ai fenomeno considerati poc'anzi.

Il metodo di rilevamento mensile.

Anche su questo punto Zanella ha ragione: senz'altro il pericolo che i risultati dell'indagine possano essere "inquinati" da un fenomeno di autoselezione è reale, ma.. (anche in questo caso esiste un ma), il Ministero sostiene di esserne ben consapevole e di aver quindi effettuato una "correzione" dei dati, grazie all'aiuto dell'Istat, per minimizzare questo fenomeno.
[Se qualcuno fosse interessato, il metodo utilizzato dall'Istat per questa correzione è indicato nella relazione al Parlamento del Ministero del febbraio scorso (pagg. 33-34)]

Si tratta quindi di verificare quanto il fenomeno di autoselezione possa essere realmente rilevante e quanto "le tecniche consolidate di correzione" siano efficaci.

Innanzitutto va detto che i comparti Scuola e Difesa non rientrano nelle indagini del Ministero; le assenze per malattia nel comparto Scuola sono oggetto di un'indagine condotta direttamente dal MIUR (che danno risultati in linea con quelli degli altri comparti) che purtroppo non ha avuto la dovuta "trasparenza".

Tornando all'efficacia del metodo di correzione dell' Istat, è possibile fare due osservazioni:

Secondo i dati delle rilevazioni, tra il mese di gennaio e quello di febbraio il numero di "enti rispondenti" è passato da 1663 a 3552, con un incremento superiore al 100%.
Per riprendere la metafora usata dall'Espresso, è come se un bel giorno una buona parte degli "asini" che non volevano mai farsi interrogare decidessero invece di "uscire allo scoperto".
Questo può avvenire, ovviamente, per due motivi: o perchè non possono più rimandare l'interrogazione o perchè credono di aver raggiunto risultati adeguati; in qualsiasi caso, resta il fatto che gli "asini", anche quando si credono più pronti, difficilmente diventano dei genii.

Fuor di metafora, ciò significa che l' ingresso di quasi 1900 enti nel campione di rilevamento (che prima erano "nascosti" perchè, secondo l'ipotesi di Zanella, con risultati molto bassi in termini di riduzione delle assenze) dovrebbe portare significativi cambiamenti nella media dei dati. Questo invece non avviene poichè la differenza calcolabile è nell'ordine di un 3%.
[Occorrebbe ovviamente considerare anche possibili variazioni stagionali, o casuali, ma tali contributi possono essere ignorati.]

Ciò significa che anche i nuovi enti entrati nel campione dovevano già avere "risultati" simili a quelli misurati dagli altri enti...
oppure, che in un brevissimo arco di tempo siano riusciti a mettersi alla pari degli altri.
Ma anche quest'ultimo caso, sarebbe un fatto positivo da riconoscere alle iniziative del Ministero.

E' poi possibile fare un'altra osservazione:
La sequenza dei dati pubblicati per tutto il periodo di rilevazione mostrano un "crollo" delle assenze per i primi mesi e un lento "recupero" a partire da ottobre '08.







Forse questo recupero è dovuto anche alle correzioni apportate dall'Istat;
può darsi che fino ad Agosto (e in parte fino a settembre) le riduzioni fossero sovrastimate proprio perchè calcolate sulla base degli enti rispondenti e quindi disturbate dal fenomeno di autoselezione. Successivamente tale sovrastima è stata ridotta.

In conclusione, credo comunque che per fare valutazioni definitive sia sufficiente attendere i prossimi dati del Conto Annuale, evitando altre polemiche.


Nota: nella prima versione di questo post era presente un'altro ragionamento fondato su i "dati grezzi" forniti nella relazione al parlamento, ma tale ragionamento partiva da un'errata lettura dei dati, per cui risultava completamente sbagliat0. Quindi è stata tolta.

sabato 12 settembre 2009

Puttane

E' mai possibile o porco di un cane
che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane?


Così cantava De Andrè (sulle parole di Paolo Villaggio) nella canzone Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitiers.

Il discorso relativo allo scandalo della Escort di Palazzo Grazioli sarebbe molto lungo..
quindi è meglio affrontarlo in altra sede.

Al più presto.

Discorso sulla verità

E' triste prenderne atto.
ma molte delle discussioni che affollano i media (stampa, televisione o web) su questioni più o meno importanti (la cui importanza, tra l'altro, è decisa generalmente dagli stessi media)
si riducono oggi a contrapposti moralismi.
Vittima illustre di questa situazione è la VERITA', ormai bandita da qualsiasi ragionamento.
La verità è diventata inutile. Forse sparita dal mondo delle idee, e dell'informazione, perchè oggi, come ALLORA, c'è sempre qualcuno che finge di interrogarsi, retoricamente, sulla sua vera natura: Che cos'è la verità?...come si interrrogava Pilato.
Retoricamente!! perchè anche Pilato aveva già la sua risposta.
Chiamato a decidere su una verità CAPITALE sapeva che la verità non è NULLA, quando c'è di mezzo il potere.
La verità va piegata, crocifissa.
La verità va nascosta.
O meglio ancora..non va nemmeno cercata; non va mai nominata.
Così facendo si potrà far credere che VERO è semplicemente quello che viene detto; per i propri fini.
Alla fine, quindi, vince solo la verità di quello c'al vusa pusè.