giovedì 11 marzo 2010

Pasticcio o scherzetto?

Oggi Repubblica riprende la "memoria difensiva" di Berlusconi rispondendo punto su punto.
Inseriamoci nella discussione per dimostrare che la ricostruzione del PDL è vera e genuina.

1. RESPONSABILITÀ
BERLUSCONI: "In quello che è accaduto non vi è stata alcuna responsabilità riconducibile ai nostri dirigenti e ai nostri funzionari".
PELLEGRINO: "I loro rappresentanti non hanno mai chiesto di presentare la lista nel termine fissato dalla legge e cioè entro le ore 12 del 27 febbraio. Questo risulta accertato in atti dei carabinieri e di altri pubblici funzionari che fanno fede sino a querela di falso. Non l'abbiano fatto perché distratti o perché si contendevano documenti fondamentali, non è rilevante ai fini dell'accertamento della verità".
MICHELEELLE: “Tutti i testimoni al di sopra di ogni sospetto relativo a giudizi di parte, vale a dire i delegati presenti in tribunale del PSI (Atlantide Di Tommaso),Radicali (Diego Sabatinelli), Lista Rutelli (Gianluca Quadrana), hanno detto più volte (vedi interviste e conferenza su Radio Radicale) che i delegati PDL (o almeno uno dei due, Polesi) è rimasto davanti alla porta dell’Ufficio Centrale da prima di mezzogiorno fino alle 12,30 (quando è scoppiata la bagarre), in fila. Perché avrebbero dovuto attendere fuori senza entrare? In qualsiasi caso, questa è una domanda secondaria visto che il respingimento del ricorso disposto dalla Corte di Appello non si basa su queste motivazioni, ma sul fatto che NESSUN RAPPRESENTANTE PDL fosse nell’area di attesa alle 12,00. Questo è assolutamente FALSO. Come dimostrano appunto le dichiarazioni dei testimoni diretti citati prima.

Su questo punto, va osservato un curioso particolare.
In uno dei video girati da Gerardo De Rosa (PSI) si vede che a un certo punto arriva sul posto il Presidente dell’Ufficio, il giudice Durante; il Di Tommaso, per spiegare le sue ragioni al Giudice, indica delle persone in direzione dell’area di attesa (lui si trova già fuori di essa, allontanato per le “escandescenze” da un funzionario di Polizia), e dicendo: “ Quei Signori la davanti a lei stanno ancora scrivendo; Chiediamo che questa cosa venga impedita”.
La prima accusa e richiesta di intervento del Di Tommaso era per presunti illeciti, non perché i delegati fossero arrivati in ritardo, ma il video attesta in maniera incontrovertibile che i due delegati, nel momento in cui arriva il giudice erano nell’area di attesa e che sono stati da questo visti.
Come ha potuto quindi la Corte di Appello dire che nessun delegato PDL era nell’area alle 12,00.
Qualcuno potrebbe dire? Non erano lì alle 12,00, ma sono entrati dopo le 12,00.
Ma come, secondo quanto dichiara la Corte il Presidente dell’Ufficio aveva informato le Forze dell’Ordine che alle 12,00 avrebbero dovuto impedire l’accesso a chiunque.
Qualcosa non torna.

2. LO SCATOLONE
BERLUSCONI: "Ore 11,40, i rappresentanti di lista del Pdl Giorgio Polesi e Alfredo Milioni arrivano nella cancelleria con lo scatolone, come confermano tre testimoni".
PELLEGRINO: "In realtà i testimoni potrebbero essere anche mille. Il punto è che persino lo "scatolone" che hanno depositato l'altro ieri non contiene la documentazione fondamentale per presentare una qualsiasi lista. Mancano l'atto principale che attribuisce poteri ai presentatori, le accettazioni delle candidature e le dichiarazioni di collegamento con una lista regionale. E ancora, i simboli e l'autorizzazione ad utilizzarli. Per questo la documentazione nello scatolone allora non fu presentata nel termine richiesto e lunedì scorso non è stata accettata".
MICHELEELLE:”Dopo la bagarre provocata da Atlantide Di Tommaso per presunti illeciti, il delegato del PDL, Giorgio Polesi, si allontana dall’area di attesa (non è solo la versione del PDL, è anche quella di Gianluca Quadrana – intervista a Radio Radicale del 1 marzo : “uno di questi presentatori, Polesi, infastidito, impaurito..è scappato fuori ; Milioni è andato appresso a questo” ).
Milioni gli è andato dietro portando con sé le accettazioni dei candidati; quando è tornato, gli è stato impedito di tornare nell’area di attesa e raggiungere il resto della documentazione, che è rimasta nel corridoio per diverso tempo, sino a quando è stata presa in custodia dai CC.
Naturale che quella documentazione risultasse incompleta, perché Milioni aveva con sé le accettazioni.
Ma mi sembra una soluzione da vero azzeccagarbugli.

3. SALA ANGUSTA E GAZZARRA
BERLUSCONI: "Ore 12,30. Milioni raggiunge Polesi in fila, con l'obiettivo di dare il cambio al collega, dato che la sala angusta non consentiva la permanenza di entrambi. Non appena i due sono insieme davanti alla porta della cancelleria, da parte dei rappresentanti di altre liste, in particolare dai Radicali, viene inscenata una gazzarra con la scusa che fosse in corso un atto illegittimo di manomissione delle liste".
PELLEGRINO: "La sala d'attesa era molto ampia (circa 80 mq). Al Tar abbiamo depositato anche le foto. La zona delimitata ha assolto la semplice necessità di non confondere eventuali inammissibili ritardatari con i presentatori in regola. La cosiddetta gazzarra, quindi, è stata semplicemente dovuta al tentativo dei rappresentanti del Pdl di confondersi con gli altri dopo le 12,30".
MICHELEELLE: Questo punto è confutato direttamente dagli stessi video girati da Gerardo De Rosa (PSI), delegato assieme ad Atlatide di Tommaso, per la consegna delle liste; come dichiarato da Di Tommaso, verso le 12,30 Milioni raggiunge Polesi nell’area di attesa; Di Tommaso vede i delegati DPL “manipolare” la documentazione; De Rosa li filma, entrambi, alle 12,30: “Quindi Milioni era già entrato nell’area alle 12,30, senza problema alcuno; non ha dovuto in alcun modo “tentare di confondersi con gli altri”.

4. MANOMISSIONE
BERLUSCONI: "La manomissione delle liste è materialmente impossibile, poiché ogni modifica avrebbe dovuto riguardare i 248 atti separati, prestampati a macchina, e contenuti nel contenitore".
PELLEGRINO: "In realtà i punti sono due. Vi è stato oggettivamente il tempo di modificare i contenuti dello scatolone ben oltre il termine di legge. E comunque nello scatolone non c'erano i documenti fondamentali. Perché dovrebbero avere l'indebito vantaggio di depositarli ora? Nemmeno in un'elezione condominiale sarebbe consentito".
MICHELEELLE: Come spiegato, le liste dei candidati erano costituiti da diversi fogli stampati. Non si capisce come Polesi e Milioni potessero avere il tempo di modificarli. Inoltre dai filmati sempre di De Rosa si capisce che i due delegati, durante queste presunte operazioni di manipolazione erano proprio a ridosso della porta d’ingresso dell’ Ufficio centrale (notare i raccogli-rifiuti per la carta visibili vicino allo “scatolone” del PDL nel primo video di De Rosa e che, dagli altri video, si notano essere vicini alla porta).
Il PDL stava quindi manipolando le proprie liste sotto il naso dei controllori? Suvvia, un po’ di serietà. Si sarebbero cercati un posto migliore per fare certe cose.

5. PARAPIGLIA
BERLUSCONI: "Ore 12,40. A seguito del parapiglia i delegati vengono costretti a spostarsi di qualche metro e viene loro impedito, dai radicali sdraiati per terra, di tornare alla documentazione lasciata dietro la porta della cancelleria. Milioni e Polesi chiedono l'intervento del magistrato e il presidente dell'Ufficio centrale circoscrizionale, dottor Durante, appoggiato dal giudice Anna Argento, anziché ristabilire l'ordine, decide di escluderli".
PELLEGRINO: "Ma i termini sono già ampliamenti scaduti. Ai delegati del Pdl viene solo impedito, da parte dei magistrati, di confondersi con coloro che tempestivamente avevano chiesto l'ammissione della lista. Se i pubblici ufficiali lo avessero permesso, avrebbero commesso un illecito. Il presidente del Consiglio avrebbe dovuto piuttosto lodarli".
MICHELE ELLE: “Come dimostrato i delegati erano in fila per tempo, ed alle 12,30 erano ancora in attesa. Si sono allontanati per la bagarre creata. Accertato questo, l’ Ufficio DOVEVA accettare la presentazione delle liste”.

6. ACCETTAZIONE TARDIVA
BERLUSCONI: "Ore 14. Il responsabile nazionale elettorale del Pdl, Ignazio Abrignani, tenta inutilmente di far accettare comunque dall'Ufficio la presentazione della lista, anche con tutte le riserve del caso. Il prefetto informa Abrignani di aver avuto dal presidente Durante precisa assicurazione che tutto sarebbe stato sanato a seguito di un ricorso".
PELLEGRINO: "Abrignani non aveva titolo a chiedere alcunché, non essendo presentatore. In ogni caso, il deposito tardivo sarebbe irrilevante ai fini dell'ammissione che comunque doveva essere negata. Quindi, pur se accertate, le violenze o irregolarità denunciate dal Pdl dopo le 12.30 non incidono sulla piena regolarità delle elezioni. I riferimenti al prefetto non sono in grado di verificarli e comunque sono anch'essi irrilevanti. I termini erano scaduti".
MICHELEELLE: “Tutto già chiarito dai punti precedenti: i delegati erano presenti alle 12,00. La lista doveva essere accettata.”

7. I CARABINIERI
BERLUSCONI: "Ore 17,40. Lo scatolone viene consegnato ai carabinieri, ma la verbalizzazione da parte dei delegati presso i carabinieri si protrae fino alle 19,30 e solo allora viene redatto il verbale. È privo di ogni fondamento il rilievo fatto dal Tar circa il tempo intercorso fra il prelevamento dei documenti presso la cancelleria e l'arrivo presso il comando dei carabinieri".
PELLEGRINO: "Lo scatolone è rimasto incustodito pure in precedenza, fino alle 14. I carabinieri hanno verbalizzato che la consegna a loro è avvenuta alle 19,30. E non alle 17,40, come sostiene il presidente Berlusconi. In ogni caso, come accertato definitivamente dall'ufficio elettorale, nel plico non c'erano gli atti fondamentali e questo sgombra il campo da ogni questione".
MICHELEELLE: “Su questo bisognerebbe leggere i verbali, ma se è rimasto incustodito fino alle 14,00 vuol dire che qualcuno, dopo le 14,00 lo ha preso in custodia. Secondo alcuni il PDL stesso, che ha poi restituito al materiale alle 19,30. Secondo il PDL i CC, che però hanno verbalizzato la custodia effettiva solo dopo averne registrato il contenuto, insieme ad un rappresentante del PDL; operazione terminata alle 19,30”

8. MARCHIANO ERRORE
BERLUSCONI: "La documentazione ripresentata all'Ufficio elettorale lunedì 8 marzo è la stessa che era in possesso dei delegati del Pdl all'ingresso in tribunale. È stato frutto di un marchiano errore da parte dell'Ufficio circoscrizionale il non aver registrato gli arrivi entro le ore 12 dei presentatori delle liste in attesa".
PELLEGRINO: "L'unica documentazione sulla quale vi è un minimo di certezza che il pomeriggio del 27 fosse presso il tribunale, è quella contenuta nello scatolone che lunedì è stato aperto. Gli uffici sono tenuti a ricevere le liste nei termini di legge da parte di chi lo chieda. E non certo a registrare le presenze di chi agli uffici non si rivolge affatto".
MICHELEELLE: “Veramente curiosa questa giustificazione; la Corte d’Appello ha respinto il ricorso del PDL perché, come visto, secondo i verbali dei CC alle 12,00 non c’era nessun delegato PDL nell’area.
Se è vero che non è compito degli uffici verificare chi sostava nell’area di attesa, non si capisce proprio perché lo stesso compito dovevano invece svolgerlo i CC o in generale le Forze dell’Ordine deputate, come normale, al controllo dell’ordine negli ambienti interessati a queste operazioni. I CC non fanno i portieri. Quindi l'argomento di Pellegrini potrebbe essere usato contro le conclusioni della Corte: per i CC non c'era nessun delegato PDL alle 12,00 perchè nessuno aveva chiesto loro di prendere nota di chi c'era."

9. IL DECRETO
BERLUSCONI: "I rilievi del Tar sono privi di pregio in relazione all'inapplicabilità del decreto legge interpretativo, dato che la norma regionale del Lazio richiama espressamente la norma nazionale oggetto dello stesso decreto".
PELLEGRINO: "Lo stesso presidente Berlusconi ha evidenziato come nove regioni italiane hanno una disciplina del procedimento elettorale meno formalista con riguardo alle firme. È la conferma della prevalenza della disciplina regionale come del resto la Corte costituzionale ha più volte ribadito. Peraltro, non applicare il decreto vuol dire salvaguardare le elezioni che verrebbero altrimenti travolte dall'accoglimento dei ricorsi proposti dalla Regioni".
MICHELEELLE: “La legge elettorale regionale in vigore nella regione Lazio tocca solo alcuni punti relativi allo svolgimento delle elezioni; per il resto precisa che “per quanto non espressamente previsto valgono le leggi nazionali”. Sulle regole relative ai termini di consegna delle liste la legge regionale non dice nulla, quindi vale quella nazionale. Se il decreto fornisce un’interpretazione di alcuni punti della legge nazionale è logico che gli effetti debbano valere anche per la legge regionale.”

10. IL NO DEL TAR
BERLUSCONI: "Il decreto legge andava in concreto applicato dal Tar, secondo la successiva interpretazione autentica".
PELLEGRINO: "Credo lo dica come parte in causa, in quanto come capo del governo sarà sicuramente fiero del fatto che nemmeno il decreto abbia "salvato" la lista: altrimenti la norma manifesterebbe l'ulteriore incostituzionalità di non essere generale e astratta ma scritta ad hoc, peggio ancora per una lista del partito del premier. Inoltre, il capo dello Stato non avrebbe mai firmato una norma dettagliatamente forgiata per attribuire un vantaggio ad una specifica parte. Per questo, la pronuncia del Tar non smentisce affatto anzi conforta il presidente della Repubblica".
MICHELEELLE: “Già chiarito prima”

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