sabato 6 marzo 2010

DILETTANTI


Dilettanti!! Questa la definizione usata più di frequente, nei giorni scorsi, per commentare il “pasticcio” della presentazione della Lista del PDL nella circoscrizione di Roma.
Commenti di questo tipo, ovviamente, sono arrivati dal Centrodestra, sopraffatto da sentimenti di rabbia e amarezza, perché dalla parte opposta i sentimenti erano ben altri, tutti ben contenti per le conseguenze di questa vicenda e tutti prontissimi a difendere con i denti la situazione che si era venuta a creare:
PDL fuori dalla competizione elettorale a Roma e provincia.
Lasciamo stare l’atteggiamento della sinistra, non ci interessa. Occupiamoci invece di quello del centrodestra, in particolare del PDL.
Forse si è stati troppo frettolosi a dare giudizi di questo tipo, prendendosela con i delegati che dovevano presentare le liste; l’unica cosa da fare, prima di tutto, era capire cosa fosse realmente successo, e spiegarlo.
In questo senso i giornali non ci hanno aiutato, nemmeno quelli “di centrodestra”.
Ma alcune notizie e ricostruzioni apparse nei giorni scorsi possono darci una mano.
Scoprire la verità. E’ questa l’unica cosa che vale.
Forse non si capirà tutto, ma stabilire qualche piccola o grande bugia sarebbe già qualcosa.

A questo scopo usiamo questi documenti:

1) Rigetto del ricorso della Corte d’Appello di Roma

2) Ricostruzione del PDL di Roma

3) Conferenza stampa dei Radicali del 3 marzo

4) Registrazioni video effettuate da Gerardo De Rosa (PSI) all’interno del Tribunale di Roma il 27 febbraio e pubblicate su LaRepubblica-Roma.it

5) Registrazione video effettuate da Gerardo De Rosa all’interno del Tribunale di Roma il 27 febbraio e messe in onda dal TG3 e da SKYTG24

6) “Intervista” di Alfredo Milioni a Repubblica del 27 febbraio

7) Dichiarazione del Presidente dell’ Ufficio Centrale (articolo LaRepubblica)


Sabato 27 dicembre. Alle ore 12,00 scadono i termini per la presentazione delle liste.

I Delegati PDL arrivano davanti all’ ufficio predisposto per la presentazione delle firme prima del termine prefissato per legge (verso le 11.30-11.40) [lo dice la ricostruzione del PDL [doc. 2] , la dichiarazione di Alfredo Milioni [doc. 6], ma soprattutto lo attesta Atlantide Di Tommaso (delegato PSI, anch’egli presente nell’area del tribunale e che come vedremo ha avuto un ruolo primario in questa vicenda) [doc. 3].
Davanti all’ufficio era stata predisposta un’area d’attesa limitata da un profilato metallico posto sul pavimento del corridoio antistante [doc. 1].
L’area così individuata era stata comunicata nella mattinata, dalla cancelleria dell’ufficio, alle Forze di Polizia quale limite oltre il quale non sarebbe stato consentito l’accesso dopo le ore 12.00.
[non si sa se alle Forze di Polizia era stato anche comunicato di non far uscire nessuno dei presenti dopo le ore 12.00].

Milioni si accorge di non avere con sé tutto il materiale, mancano i lucidi dei simboli; torna a prenderli in macchina lasciando in fila Giorgio Polesi. Torna, ma poi va a mangiare qualcosa. [Si ritiene che Milioni sia tornato dopo le 12,00, e in fila, come riferisce lui, c’era sempre Polesi (vedremo poi se c’era veramente)].
L’importante è sapere se alle 12,00 ci fosse qualche delegato PDL.


Secondo la ricostruzione della Corte d’Appello, no!
Alle ore 12.00 si procedeva alla chiusura dell’area, all’interno della quale erano in attesa quattro delegati..e… fra questi non vi erano quelli della lista del P.D.L. [doc. 1]
Questo fatto viene ricostruito in base ai verbali dei carabinieri , come riportato dal giudice Severini [doc. 7]:
"secondo i militari a fare la fila per presentare le liste non c' era nessuno del Pdl".

Eppure Atlantide Di Tommaso, che come detto era presente nel Tribunale, è di tutt’altro avviso, e lo dichiara nella conferenza stampa dei radicali [doc. 3], anzi, ne fa una questione fondamentale;
infatti dice (al minuto 19:58 – 20:46) : “Forse loro (i delegati PDL) dovrebbero spiegare per quale motivo, stando in quest’area protetta, durante l’orario prestabilito..entro l’orario prestabilito, e avendo finito tutti gli altri partiti la consegna dei moduli e dei pacchi delle firme, loro, che pur stavano dentro non consegnavano queste liste. C’è stato un buco di oltre 45, 40 minuti che loro erano fermi e non avevano nessuno davanti; e questo è registrato, questo è documentabile; mi sembra che l’ultima lista sia stata presentata intorno alle 11,45, quindi c’è stato oltre un buco di 15 minuti entro mezzogiorno e poi..sì, un buco di 45 minuti, dove loro stando nell’ area protetta dove si poteva accedere non hanno consegnato il materiale.”

Quindi i casi possibili sono: o si sbaglia Di Tommaso (ma era presente e non avrebbe nessun motivo per mentire) o si sono sbagliati i carabinieri o si è sbagliato il giudice a leggere i verbali dei carabinieri.

Si può notare che la ricostruzione del PDL afferma: “Intorno alle 12.20 un componente della commissione uscito dagli uffici ha chiesto quante liste erano ancora in fila per essere consegnate. A questa domanda il nostro delegato ha risposto alzando la mano insieme ad altri tre delegati.

Va annotata un’altra incongruenza. Come visto, secondo Di Tommaso, dopo le 12.00 nell’area “protetta” erano rimasti solo i delegati PDL, senza nessuno davanti ma “inspiegabilmente” non sono poi entrati nell’ufficio. Questo contrasta con quanto riferisce sia la Corte [doc. 1] che il PDL [doc. 2]: erano 4 i delegati presenti (per la Corte il PDL non c’era, per il PDL invece sì).
Anche in questo caso, o si sbaglia Di Tommaso o si sbagliano gli altri.

Procediamo.

Secondo la Corte [doc. 1], alle ore 12.30 il CC Landolfa constatava che un Ispettore di Polizia stava allontanando dall’area di attesa una persona (capelli bianchi, alto, occhiali), poi individuata nel delegato del PDL, che “stava andando in escandescenze”.

Questo è il punto più incredibile della ricostruzione della Corte.
In primo luogo perché non si capisce come possa essere stato allontanato dall’area d’attesa un delegato PDL alle ore 12.30 visto che la stessa Corte ha accertato che nessun delegato PDL era all’interno dell’area alle 12.00 (si ricorda che le Forze di Polizia, secondo quanto stabilito dal Presidente dell’Ufficio Centrale, dovevano impedire l’accesso all’area dopo le 12.00, quindi chi non c’era alle 12,00 non poteva esseri lì dopo, alle 12.30).
Ma ancora più incredibile è l’individuazione della persona (capelli bianchi, alto, occhiali) che “stava dando in escandescenze” e che per questo è stato allontanato da un Ispettore di Polizia.
Ebbene, dal video pubblicato da Repubblica [primo del doc. 4], si vede benissimo che la persona in questione non era né Milioni, né Poresi, ma il delegato del PSI, Atlante Di Tommaso; che, assieme ad un altro delegato dei radicali, Diego Sabatinelli, voleva richiamare l’attenzione delle Forze dell’Ordine su presunti illeciti :
“Ma lei è un pubblico ufficiale dovrebbe certificare queste cose (urlando)..se c’è un pubblico ufficiale dovrebbe certificare queste cose”..”Chiamate il Comandante..stanno facendo gli illeciti”..”E’ un illecito!”
L’Ispettore di Polizia quasi sicuramente è la personale con la giacca verde che cerca di tenere a bada Di Tommaso : “Io sono qui per evitare che qualche cretino non vada oltre i limiti (rivolgendosi a Di Tommaso).

Le escandescenze, dunque, come dimostrato dei filmati erano dei delegati Radicali e PSI, che accusano i delegati PDL di “fare firme false”.

Il tentativo di manipolazione sembrerebbe dimostrato dal video dall’altro delegato PSI (Gerardo De Rosa) e diffuso da alcuni TG.
SkyTG24 [doc. 5.2] dice: “si vede Milioni chinato mentre sfoglia e scrive sulle schede”.
L’interpretazione del TG3 [doc. 5.1] è ancora più eloquente.:“ Lo vediamo mentre sfoglia un faldone e scrive su alcune schede e si sente : ” ‘namo via Mi” che tradotto diventa "Andiamo via Milioni" e poi “ma che lo stai a fà qua?” cioè Milioni metterebbe mano alle liste prima della presentazione, da lì il ritardo ..”
Nel video in realtà si vede solo una persona (forse Milioni, forse Poresi) sfogliare delle carte, ma non lo si vede scrivere proprio nulla.
Di questa “scenetta” poi l’ Unità dà un versione diversa, soprattutto sull’interpretazione della seconda frase udibile: “Gerardo De Rosa (Psi) registra con il telefonino Polesi che si china sullo scatolone e rimaneggia i documenti da presentare. «E mò lo stai a fa apposta», gli dice infastidito Milioni.”

Và puntualizzato che il video sembrerebbe essere stato fatto dentro l’area di attesa (le scatole sono sempre rimaste lì, come dicono tutti), e oltre il termine delle 12,00 (altrimenti De Rosa non avrebbe avuto alcun motivo per voler “documentare” la scena).
Quindi anche questo video dovrebbe testimoniare che qualche delegato PDL era nell’area dopo le 12,00.

A questo punto i delegati del PDL escono dall’area; secondo gli altri delegati per fare qualche “illecito” in tutta tranquillità; secondo la versione del PDL sarebbero usciti in seguito al parapiglia creato da Di Tommaso e Sabatinelli.
La giustificazione di Milioni data al giudice quella mattina è anche più dettagliata : “Si stava ricopiando la lista per un suo amico e quello (parla di Polesi) ha iniziato a litigare e se n’è andato”..successivamente alla giornalista di Repubblica spiegherà : “Sono uscito (per richiamare Polesi).. con questa roba (tutte le accettazioni delle candidature) per non farmela fregà..”
Altri giornalisti: «Quindi possiamo dire che è uscito con tutte le accettazioni in mano per non lasciarle incustodite?» Milioni: «E certo...»
[va ricordato che una delle prime notizie riportate riferiva proprio che un delegato PDL fosse uscito dall’area per una discussione con un Radicale]

A questo punto interviene un giudice (Repubblica dice il Presidente dell’Ufficio) cerca di riportare la calma e capire la situazione; i delegati radicali e del PSI urlano contro il magistrato :
“Questi non entrano!! non entrano!! Lo metti* a verbali, questi non entrano!! (*lapsus o congiuntivo fantozziano??) Risponde il Giudice : “ Innanzitutto dia del Lei”..

Comunque, i delegati PDL non sono più rientrati.

A Milioni restano in mano le accettazione delle candidature, nell’area di attesa rimangono tutto i documenti rimanenti.


3 marzo

La Corte D’Appello respinge il ricorso con queste motivazioni:
1) Nessun delegato PDL era presente nell’area alle 12,00 (Falso! come abbiamo visto).
2) Nessuna procedura di presentazione della lista ha mai avuto inizio (segue dalla prima), quindi l’istanza per il completamento è inammissibile (Falso! visto che la prima è falsa).
3) Visto che nessuna operazione ha avuto inizio entro l’orario prescritto, è superfluo anche sentire i delegati del PDL con i loro legali, come da loro richiesto.

Lascio a voi il giudizio.
Per me, di fronte a certi “professionisti” della politica... di certo si rischia di fare la figura dei dilettanti.

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